L'Argomedonte - Capitolo I
I.
Il sole tardava a sorgere
sul porto islandese di Akureyzi.
Solo una sottile lama di
luce tagliava in due l’Alfdis, la nave rompighiaccio cargo che rollava
pigramente attraccata al molo 3, il più scalcinato del porto.
In quella penombra traslucida passeggiava nervosamente avanti e indietro il professor Mauro De Ascentis, divorato dall’impaziente attesa che arrivasse l’elicottero Boeing CH-47 a prelevare il suo gioiello, la sua creatura, per portarla all’Università.
Ch.ssimo prof. dott.
Mauro de Ascentis, classe 1948, Preside della facoltà di Scienze Biologiche
dell’Università di Milano, nonché professore ordinario di Paleontologia.
Considerato uno dei più
grandi esperti paleontologi viventi, ricercato, adorato e invidiato da tutto il
mondo accademico, scopritore di animali preistorici di cui nessuno aveva mai
sospettato l’esistenza, chiamato a conferenze in tutte le parti del mondo per
partecipare alle quali gli pagavano cachet spropositati. Era ormai dato per
futuro Magnifico Rettore dell’Ateneo e Presidente dell’Associazione Mondiale
dei Paleontologi quando un tardo pomeriggio entrò nella biblioteca
dell’Università e vide per caso su, sulla mensola più alta di una delle zone
più buie della biblioteca, quel grosso libro polveroso.
Incuriosito, avvicinò
faticosamente la scala allo scaffale, si fece forza tirando un sorso dalla
fiaschetta di Lagavulin che portava
sempre con sé e, facendo violenza alla propria pinguedine s’arrampicò sbuffando
fino all’ultimo scaffale e ne estrasse,
in una nuvola di polvere e ragnatele, il volume che lo aveva attratto.
“Assomiglio sempre più ai
miei pachidermi” pensò sorridendo. Tornato a terra senza ulteriori rischi diede
un potente soffio alla copertina del libro e rimase a contemplarlo perplesso e
un po’ indispettito.
Il tomo si intitolava “De
aetatis ante Homines animalibus et de eorum periculo”: “Degli animali preistorici e della loro pericolosità” pubblicato
nel 1850 da un certo prof. dott. Cianus Laughensis.
Dopo avere pensato un po’, De Ascentis dovette
ammettere, non senza un certo fastidio, che non conosceva né il libro né aveva
mai sentito nominare il suo autore. Conosceva, come se ci avesse vissuto sempre
assieme, illustri paleontologi di quel periodo fecondo di scoperte come
D’Orbigny e Marsh, e sapeva a memoria le biografie e le opere di Cuvier, Cope,
de Chardin, Leakey, Kühne, de
Lumley e soprattutto Gould, con il quale polemizzò tutta la vita ma che pianse
come un fratello quando morì.
Con questa
sgradevole sensazione di avere forse un vuoto nella sua sconfinata erudizione,
si sedette a un tavolo e cominciò, di malumore, a compulsare il testo. Gli
altri studenti e professori che stavano studiando vicino al posto dove si era
seduto sparirono in un attimo, allontanandosi per non disturbarlo.
Dopo avere
consultato l’indice e sfogliato alcune pagine, De Ascentis cominciò a
rasserenarsi. Il libro era un’opera poco più che divulgativa di fatti e animali
stranoti e strastudiati, ordinatamente classificati: roba per studenti dei
primi anni. Vi erano descritti, accompagnati da illustrazioni dell’epoca,
alcuni animali preistorici di cui da anni erano stati accertati l’esistenza,
l’aspetto e la potenziale pericolosità: Quetzalcoatlus,
Pelagornis sandersi, Thalattoarchon saurophagis, Mosasaurus, Megalodonte,
Sarcosuchus, Argomedon, Liopleurodon, Gorgonopsi, Titanoboa, Megalania,
Entelodon, Megatherium, ecc.
Leggiucchiò qua
e là (anche il latino nel quale il libro era scritto era piuttosto
approssimativo) dopodiché, un po’ per stanchezza un po’ per supponenza, chiuse
il libro e se lo portò nella sua camera al campus.
Dopo i preparativi
per la notte, si cacciò sotto le coperte pensando gongolando alla lezione di
filogenesi che avrebbe dovuto tenere l’indomani davanti a un uditorio di
studenti adoranti e terrorizzati.
Spense la luce
ma improvvisamente se ne accese una molto più forte nella sua testa. Ricordò:
“… Megalodonte, Sarcosuchus, Argomedon, Liopleurodon,…”.
Ma, perbacco, che diamine è questo “Argomedon”?
L’unica cosa che gli veniva vagamente
in mente dai suoi lontani studi di liceo era un Medonte Re di Argo, ma naturalmente
non c’entrava nulla.
Si buttò giù dal letto e si mise a sfogliare
febbrilmente il libro. La scheda dell’Argomedon
si trovava tra quelle del Sarcosuchus
e del Liopleurodon, ma mentre per questi due feroci animali c’erano moltissime informazioni
e illustrazioni, peraltro già ben note al nostro professore, per l’Argomedon non c’era praticamente nulla,
se non una vaga segnalazione di un avvistamento nella zona artica di un enorme
rettile o anfibio intorno al 1830 da parte di una spedizione scientifica
lettone, senza nessuna prova o riscontro: solo delle approssimative coordinate
geografiche del luogo dell’avvistamento. Ma il secondo punto era: chi cavolo
era questo dott. Cianus Laughensis?
De Ascentis si
vantava di conoscere tutti, ma proprio tutti i più celebri paleontologi di ogni
epoca e nazionalità, le loro biografie, le loro scoperte, le loro opere
scientifiche e anche le loro bufale. Si narrava che ricordasse addirittura i
nomi di tutti gli studenti che aveva esaminato, ma questo Cianus proprio non
gli diceva nulla.
Tornò in biblioteca e compulsò convulsamente i più importanti e completi annuari sull’argomento, senza cavare un ragno dal buco. Non conoscere un animale preistorico e lo studioso che lo aveva descritto era una ferita troppo dolorosa per il suo smisurato ego.
Da quella notte la sua vita cambiò totalmente.
1. Continua …
Vedi anche:
Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI Capitolo VII
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