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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Desperate Housewife 1

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  Il Tè   Suona il campanello. Mirca ripone lo strofinaccio con cui stava asciugando le posate e va ad aprire la porta, trovandosi di fronte il bel sorriso di Cinzia, l’amica di sua figlia Valeria venuta per studiare con lei. -         Ciao Cinzia, entra, Valeria si sta cambiando, arriva subito: vuoi un tè? -         Buongiorno signora, no grazie, ho appena mangiato, aspetto Valeria. Intanto preparo i libri. -         Che bella che sei, hai cambiato pettinatura? Sicura che non vuoi una tazza di tè? Ho quello al gelsomino, delicatissimo. E’ davvero buono. -         Grazie signora, sono a posto così. -         E la mamma come sta? Se vuoi ho quello al bergamotto -         La mamma sta bene e la saluta, ma non si disturbi. Arriva Valeria. -         Ciao Valeria, ho chiesto a Cinzia se vuole un tè, ma fa i complimenti: diglielo anche tu. -         Cinzia, vuoi un tè? -         No grazie, ho già detto a tua mamma che sto bene così. -         Ma non devi fare i co

La signora che deve andare a Padova

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  La signora che deve andare a Padova   La signora che deve andare a Padova la potete facilmente trovare sul marciapiede numero 2 della stazione di Mestre, ben piazzata sotto al display elettronico che indica chiaramente che il treno in arrivo su quel binario è diretto a Udine. E’ generalmente una signora di poco più di settant’anni: le mani sciupate testimoniano la fatica del lavoro domestico, gli occhiali spessi tradiscono le molte ore passate all’uncinetto o a guardare Pippo Baudo un tempo, Maria De Filippi oggi. La signora è dotata di svariate borse di plastica, piene di paccottiglie varie, e spesso di un ingombrante mazzo di fiori da portare all’amica, o in cimitero. La signora che deve andare a Padova applica in modo rigoroso il motto di Vittorio Alfieri “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” e, nel suo caso, ella fortissimamente vuole che il treno in arrivo sul binario 2 vada a Padova. Ecco dunque che comincia a guardarsi in giro, in cerca della preda cui chied

Itaca 1943

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  Questa è la storia vera di mio suocero Fernando, che partì in guerra come carabiniere. ITACA 1943     “ Cambiano cielo, non animo, coloro che corrono al di là del mare”                                                           (Orazio)   Negli anni prima della guerra, nella campagna umbra la vita non era un affare semplice. I miei genitori coltivavano i campi della Curia, assicurandosi così il diritto ad abitare in uno dei decrepiti casolari che venivano dati in affitto ai contadini. Così, quando mio padre cadde dall’albero che stava potando e rimase a terra come un sacco ormai vuoto di sogni e speranze, mia madre capì subito che avrebbe dovuto trovarsi un altro marito: il fattore non avrebbe permesso di ospitare una donna sola con figli piccoli, senza due braccia forti di uomo che potessero lavorare i campi. Ero troppo piccolo per aiutare mia madre, ero troppo grande per accettare quella situazione. Attraverso mille peripezie riuscii ad arruolarmi nell’Arma dei Car

Egr. sig. Sindaco

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  Egr. sig. Sindaco, Ancora una volta, mi hanno rubato il bidone della spazzatura. Ho 64 anni, buona educazione, buoni studi; con il tempo ho raggiunto, nel mio piccolo, una rassicurante posizione economica, una soddisfacente condizione professionale, e godo di una meravigliosa situazione familiare. E, tuttavia, un cruccio mi arrovella. Abito nel quartiere "Le Teresine" e, tra gli altri problemi che questo fatto comporta (ha presente?), devo anche farmi carico della "guardia al bidone". Tale compito lo espletavo di malavoglia, giovanotto ombroso e insofferente all'autorità, durante il servizio militare, costrettovi da sergenti ringhiosi, alcuni milioni di anni fa, e, francamente, mi scoraggia l'idea di dovere riprendere questa, tutto sommato, poco gratificante attività. Senza contare che essa darebbe nuovo humus di idee ai redattori della "Settimana Enigmistica", per i quali la guardia al bidone rappresenta uno dei più classici e collauda

Madama Quattro Culi

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Madama Quattro Culi   Nelle giornate in cui i treni sono più affollati e la gente si stipa nei corridoi, è molto facile imbattersi in qualche esemplare di “madama quattro culi”. La madama quattro culi (mqc) è una signora di un’età compresa tra i cinquanta e i sessant’anni, vestita in genere come una sedicenne con capi rigorosamente firmati. Sul grembo tiene ben in evidenza una copia di “Aut-Aut” di Kierkegaard o, in alternativa, dell’ultima fatica di Alberoni, con un segnalibro posto in posizione strategica, in modo che gli astanti possano constatare che ne ha letti circa i due terzi. Nel frattempo tuttavia legge assorta “Donna Moderna”, armata di un paio di vezzosi piccoli occhiali appoggiati sulla punta del naso. Il suo nome deriva dal fatto che, nonostante il treno sia strapieno e la gente sia quasi tutta in piedi, lei ha delicatamente deposto sul sedile al suo fianco un monumentale trolley finto Gucci; su quello di fronte c’è una grossa busta di plastica della “Boutique Ron

Posti disponibili

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Sto leggendo il giornale seduto al mio posto in treno L’altoparlante comincia a gracchiare e informa gli astanti che, per motivi di sicurezza sanitaria, sul treno non possono viaggiare più di 840 passeggeri. Mi alzo sbuffando e comincio a contare i presenti, per vedere se posso rimanere a bordo. Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo nome o anche un nickname. Grazie Visitate e seguite la mia pagina Flickr "Roberto Rognoni",  https://www.flickr.com/photos/roberto57/  . Ogni giorno foto, frasi e citazioni da film di tutti i tempi 😊  

Italia - Francia

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2 luglio 2000,   Stadion Feijenord di Rotterdam: Italia   - Francia , finale dei campionati europei di calcio. Ecco cosa accadde quella sera… L’Italia ha perso. La cosa, fino a un mese fa, non avrebbe fatto notizia. Oggi, invece, il monsone della s confitta scende da Rotterdam, valica le Alpi   e ammanta la nazione di nubi, inuminendola di lacrime, bagnando il paese come le piogge di Rancipur. E, tuttavia, nel lutto le famiglie si ritrovano. E’ il tredicesimo del primo tempo supplementare, intorno alle 10 di sera: Trezeguet segna il golden goal per i francesi: l’Italia ha perso. La vedova del piano di sopra, pervicacemente sintonizzata su Papi per vedere se riuscirà, almeno questa sera, ad aggiudicare il montepremi di oltre un miliardo di lire al campione di turno, per un attimo cambia canale. Le mogli, che durante tutto il tempo della partita ( e di quelle che la hanno preceduta), sono rimaste ostinatamente asserragliate in cucina a lucidare polemicamente all’infinito

Altrove

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19 marzo 2022: Festa del papà A mio padre Altrove   Ecco, sono arrivato. Scendo dall’auto e strizzo gli occhi al sole accecante che mi accoglie. Ceretto , 184 abitanti circondati dalla pianura piatta della Lomellina , tra Po e Ticino: dovrò fermarmi qui per qualche giorno per sbrigare alcune faccende relative alla morte di mio padre, che qui è nato. Un cane arriva trotterellando, mi annusa coscienziosamente e se ne va soddisfatto: tutto a posto, passaporto in ordine. Prendo il cellulare per avvisare a casa che sono arrivato, ma quell’oggetto appare subito fuori posto qui: lo ripongo in tasca. Il silenzio è fragoroso, solo le cicale segnano il tempo con una tempesta di frinii. Il vento mi porta il fruscio delle spighe delle risaie e delle foglie dei pioppeti. Cammino sull’acciottolato della piazza: di fronte a me il negozio del barbiere, con la spirale bianca, rossa e blu e le corde di plastica colorate appese all’ingresso a proteggere il locale dalla canicola. Una vec

La scolaresca in gita

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  La scolaresca in gita   Di certo l’incontro più temuto da parte del pendolare è quello della scolaresca in gita di istruzione: un po’ come per una foca imbattersi nell’orca assassina. La scolaresca in gita è un organismo proteiforme che ha subito profondi mutamenti genetici nel corso del tempo. Negli anni ’70 – ’80 era costituita da una garrula voliera di bimbi vocianti che, appena giunti alla stazione ferroviaria, sciamavano allegramente ovunque occupando ogni angolo disponibile, traversine comprese. Erano per lo più accompagnati da un paio di insegnanti scarmigliate, paonazze, devastate da enormi aloni ascellari e totalmente rauche per il gran gridare già alle sette e mezzo di mattina. Raramente v’era anche un accompagnatore maschio, che però il più delle volte si asserragliava nel bar della stazione con il pretesto di giocare la schedina. Le scolaresche di oggi sono formate da plotoncini di bimbi inquadrati in testuggini macedoni, capitanati da elegantissime insegnanti c

Prologo

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Prologo   Sono un pendolare ferroviario dal 1976. Oggi si è rotto un locomotore sulla linea Udine-Venezia. Ieri, mi dicono, si è rotto un locomotore sulla linea Bologna-Venezia. Osservo i finestrini e le porte con appiccicato il foglietto con la scritta “NON UTILIZZABILE”. Il riscaldamento sbuffa furente in questi giorni di canicola estiva, le bottigliette semivuote di acqua minerale rotolano pigramente sul pavimento dello scompartimento, dribblando involucri di merendine e crackers sbriciolati. Forse, addetti alle pulizie in sciopero ci attendono, truci, alla stazione di Mestre. Ripenso ai grandi passi del federalismo pendolare:  la privatizzazione delle FFSS, la regionalizzazione del trasporto ferroviario, il contratto sulla qualità dei servizi tra Regione Veneto e Trenitalia, i tambureggianti spot sui fantastiliardi investiti per migliorare i servizi. Il treno è fermo, il locomotore è rotto: io come altri pendolari trasformati in novelli tenenti Drogo, scrutiamo, dalla f

Presentazione

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Perché questo Blog Sono un pensionato di 65 anni e per motivi di studio e di lavoro ho fatto il pendolare ferroviario giornaliero per 42 anni sulla linea Conegliano - Venezia, una tratta di 57 Km: un milione e centomila chilometri circa in treno, più di 27 volte il giro del mondo. Ho chiesto a Trenitalia un Frecciarossa 1000 in omaggio a riconoscimento di questa mia fedeltà, ma non c'è stato niente da fare. Vorrei in questo blog raccontare la mia esperienza nella dura lotta che il pendolare deve sostenere quotidianamente per sopravvivere, per mezzo di brevi racconti che descrivano situazioni che accadono normalmente sui treni dei lavoratori. Inoltre, ci saranno anche scritti e considerazioni di vario genere, identificati dalle Sezioni: Guerriglia pendolare :   La vita del pendolare;      Vai Algebra pendolare :   Teoremi, lemmi, assiomi e paradossi del pendolarismo;      Vai Storie :  Storie e racconti veri e inventati;      Vai Inciampi :  S ituazioni, accadimenti, imprevisti e as