Madama Quattro Culi
Madama Quattro Culi
Nelle giornate in cui i treni
sono più affollati e la gente si stipa nei corridoi, è molto facile imbattersi
in qualche esemplare di “madama quattro culi”.
La madama quattro culi (mqc) è
una signora di un’età compresa tra i cinquanta e i sessant’anni, vestita in
genere come una sedicenne con capi rigorosamente firmati. Sul grembo tiene ben
in evidenza una copia di “Aut-Aut” di Kierkegaard o, in alternativa,
dell’ultima fatica di Alberoni, con un segnalibro posto in posizione strategica,
in modo che gli astanti possano constatare che ne ha letti circa i due terzi.
Nel frattempo tuttavia legge assorta “Donna Moderna”, armata di un paio di
vezzosi piccoli occhiali appoggiati sulla punta del naso.
Il suo nome deriva dal fatto che,
nonostante il treno sia strapieno e la gente sia quasi tutta in piedi, lei ha
delicatamente deposto sul sedile al suo fianco un monumentale trolley finto
Gucci; su quello di fronte c’è una grossa busta di plastica della “Boutique
Roncade – Fashion”, mentre su quello posto di fronte al trolley giace una borsa
di pelle di qualche animale esotico con sopra morbidamente adagiato un
raffinato foulard.
Alcuni pendolari sostengono di
essersi imbattuti anche in esemplari di “madame cinque culi”, che occupavano
anche un quinto sedile con gli appunti sparsi delle lezioni di medicina
ajurvedica che stavano seguendo, ma per me sono leggende, come la Chimera.
La mqc è una delle prede più
ghiotte per noi pendolari, e la tecnica di caccia è ormai collaudata.
Funziona così:
All’avvistamento della mqc,
subito si forma, tra i viaggiatori rimasti in piedi, un commando di tre
persone, uomini, scelti tra i più eleganti, forbiti e dotati di buone maniere
dei presenti.
Dopo una rapida occhiata
d’intesa, i tre si dispongono a “V”, come anatre migranti, e, con un’azione da
Frecce Tricolori, cabrano velocemente verso la signora.
Immediatamente, l’uomo posto
sulla punta della formazione a”V”, si china leggermente verso la signora e,
indicando il posto con borsa e foulard, chiede, con voce cortese ma ferma:
“Scusi, è libero ?”. Mqc, sulle prime non risponde, fingendosi assorta nella
lettura della rivista, ma l’uomo la fissa con gentile e sorridente insistenza:
la donna cede e, borbottando un “si, prego”, sposta borsa e foulard e li
deposita assieme alla busta Roncadefashion.
A questo punto sferra l’attacco
il secondo componente del commando che, con voce soavissima, ripete la stessa
domanda indicando il sedile con foulard, borsa e busta. “Scusi, è libero ?”.
La signora ormai è innervosita,
con gesti bruschi prende gli oggetti e li sistema sulla retina portabagagli e
riprende la lettura: gli occhialini le tremano sul naso.
Passa circa un minuto e arriva il
colpo di grazia: il terzo pendolare si avvicina e con una voce che neanche
Riccardo Cucciolla che recita Prévert, chiede, indicando l’enorme
trolley: ”Scusi, è libero?”.
La signora ha uno scatto d’ira
prontamente represso,e con tutta la forzata gentilezza dovuta alle firme del
suo abbigliamento, risponde” si, ma la valigia è troppo pesante e non riesco a
metterla sulla retina”.
Come un sol uomo i tre farabutti
afferrano il trolley e in un lampo lo depositano sul portabagagli. Il terzo si
siede. Mqc ha capitolato su tutti i fronti.
A questo punto, come in tutte le
guerre che si rispettino, i vincitori decidono le sanzioni da prendere contro
gli sconfitti.
Se si ritiene che la disfatta
della signora sia punizione sufficiente, la cosa finisce lì: l’uomo seduto alla
destra della signora squaderna due metri quadrati di Gazzetta dello Sport sotto
il naso della poveretta, mentre gli altri due intavolano un’accesissima
discussione sul piano ferie aziendale.
Ma se si ritiene che la punizione
non sia stata sufficiente, ecco che come per miracolo compare un mazzo di carte
trevigiane, una ventiquattrore viene appoggiata di traverso sulle gambe dei
presenti, signora compresa, e comincia una furibonda e litigiosissima partita a
tressette.
A questo punto mqc, esasperata,
si alza di scatto, con uno slancio e una forza inaspettati toglie il trolley
dalla retina, assieme a tutti gli altri oggetti e, borbottando ogni sorta di
improperi si allontana spintonando gli astanti, alla ricerca di altri quattro
posti dove sedersi.
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