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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Notte di Natale

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  Notte di Natale   D’improvviso sei sveglio. Gli occhi spalancati nel buio dopo un sonno inquieto. In bocca ancora il sapore del caffelatte della cena: così da sempre, mentre tu speravi, almeno la sera di Natale, in una bella minestra calda con la pasta tempestina… Nel naso l’odore pungente di canfora del Vicks Vaporub che la mamma ti ha spalmato sul petto per prevenire la tosse, mentre tu avresti preferito di gran lunga la tosse a quell’unguento puzzolente. È buio pesto. Fa freddo: la nostra casa non ha i termosifoni. In cucina c’è una stufa a legna e in soggiorno un vecchio e rumorosissimo bruciatore a nafta, di quella nera e viscida e dall’odore acre. Il “tamburnon”, il mostro verde e nero è pietosamente nascosto da un misero paravento di stoffa. Noi bambini dobbiamo stargli alla larga: urla come le fiamme dell’inferno, è rovente e sporco: per quanto lo si pulisca è sempre segnato da strisce di nafta nera, ma svolge al meglio il suo compito, riscaldando a sufficienza la st

Ossibuchi di dindio

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  Ossibuchi di dindio   Mia zia Rina in realtà non era mia zia. Era una gentile signora che abitava vicino a noi e che aveva preso sotto la sua protezione la nostra famiglia arrivata dalla Lombardia e ancora non avvezza ai costumi veneti, e così a noi bambini venne naturale chiamarla zia. Mia zia Rina in realtà non si chiamava neanche Rina. Il suo vero nome era “ Erina ” ma tutti la chiamavano “ Rina ”. Lei aveva accettato di buon grado di farsi chiamare così, tuttavia teneva moltissimo al suo vero nome tanto che quando dovevo sostituirle sul campanello l’etichetta sbiadita dal tempo e dalla pioggia si raccomandava che ci fossero tutti e due i nomi, fiera di vedere quell’altisonante “ Erina Rina Rui ”. Una cosa comunque è certa: mia zia Rina era la donna più buona del mondo, di quella bontà antica e contadina, seria, riservata e schiva. Quella bontà che riconosce ciò che c’è di buono nel mondo, e crea empatia con esso. Faceva l’operaia in una fabbrica che produceva, quasi uni