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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Antelao

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  Antelao     Antelao ! Quando mio padre pronunciò questa parola, con sguardo ardente volto verso l’infinito, un brivido corse lungo il metro e dieci del mio corpo mingherlino di bambino. Nel piccolo paese dove abitavamo, per poter avere una vita sociale soddisfacente e il rispetto e la stima della gente dovevi essere obbligatoriamente iscritto al CAI. Così mio padre, uomo di pianura cresciuto tra le sterminate risaie della Lomellina, in quanto direttore della locale banca, dovette fare la tessera a tutta la famiglia per migliorare i rapporti con i clienti e gli imprenditori della zona. Tuttavia, ben presto i miei genitori si entusiasmarono per le gite in montagna e gli armadi di casa si popolarono rapidamente di camice a scacchi di flanella, pantaloni di fustagno, giacche a vento e scarponi pesanti. “ La montanara uè ” era tra le hit musicali della famiglia e i romanzi di Carlo Sgorlon venivano divorati e mandati a memoria. Un poster di Lino Lacedelli e Achille Compagnoni

Il Pendolare News 9

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  È stata pubblicata sul Venerdì di Repubblica del 20 ottobre 2023 la lettera a Michele Serra del 2 ottobre. (clicca sull'immagine per ingrandire) Se non si riesce a leggere, ecco la risposta di Serra: Poco da aggiungere. Funziona così. una infarinatura tecnologica che nella maggior parte dei casi non aggiunge sostanza, non accorcia i tempi, non facilita le persone. Nemmeno le persone che lavorano negli uffici. Le racconto una piccola cosa: un immigrato con lavoro regolare deve comunque rinnovare il permesso di soggiorno ogni anno. E va bene. Ma ogni anno, a parte la documentazione da riprodurre identica all'anno precedente, deve andare in questura per farsi riprendere le impronte digitali. Ho domandato a un gentile addetto: mi scusi, ma secondo lei gli immigrati, ogni anno, si fanno un trapianto della mano? Ha sorriso desolato e mi ha detto: e che ci possiamo fare? Questa è la regola. Vedi anche la  BIBLIOGRAFIA . Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo no

Lettera a "La Posta di Michele Serra"

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  Caro Serra, ieri ho preso appuntamento per rinnovare il passaporto utilizzando il portale dedicato della Polizia di Stato . Attraverso una procedura semplice e, come si dice oggi, “user friendly”, ho potuto prenotare velocemente il mio appuntamento: 31 maggio 2024, tra otto mesi. Non sono disponibili date più vicine. Basito, ho fissato il mio appuntamento tra 237 giorni ma il programma, con ammirevole sprezzo del ridicolo e una buona dose di masochismo, mi ha sottoposto un questionario di gradimento nel quale dovevo esprimere il mio grado di soddisfazione per il servizio e suggerire, se l’avessi voluto, cosa secondo me si potesse migliorare. Dato il mio grande rispetto per le istituzioni e per l’encomiabile lavoro svolto, in altri campi, dalla Polizia di Stato, mi sono trattenuto dall’esprimere in modo, diciamo così, diretto, il mio pensiero e ho esposto le mie critiche in modo credo sufficientemente urbano. Ora, il punto è questo: la procedura per la prenotazione di un app