L'Argomedonte: Capitolo V

L’ARGOMEDONTE V. Intermezzo 1 Non so perché l’ho fatto. A dire il vero non so neppure come sia riuscito a farlo. Non mi era mai capitato, ma quando ho visto quell’ometto (è la prima volta che vedo un uomo, non so neppure come abbia fatto a riconoscerlo e dargli un nome), salterellare intorno a me urlacchiando frasi sconnesse: “E’ lui! L’ho trovato!, L’ho preso!”, ecc. ecc., non c’ho più visto. Una volta entrato nel corpo di questo organismo che tutti chiamano “professore” (non ho la minima idea di cosa voglia dire), mi sono messo a contemplare il mio vecchio corpo, ormai cadavere. Mi sono commosso a vedere quel corpaccione pingue e umido, il suo sentore mucido di muffa e di acqua salmastra, le pupille degli occhi verticali e fisse, finestre del mio debole cervello, le incrostazioni di alghe e licheni ammuffiti sul mio corpo, i parassiti che spadroneggiano da sempre sulla mia pelle e il loro pizzicore, le scaglie appuntite sulla schiena come fedeli e attente sentinelle a...