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Visualizzazione dei post da 2023

Cursus Honorum

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Cursus Honorum   Tutto sommato, la prima elementare scorse via tranquillamente. La maestra Frare ci governava come una nidiata di conigli, rinchiusi nella nostra aula-stabbio, ignari del nostro destino (cucinati alla cacciatora?), tirandoci su a paginate di aste sbilenche e “o” minuscole col ricciolo in alto, da non confondere con le “a”, che il ricciolo invece ce l’hanno in basso. Solo la H    maiuscola corsiva era un cimento quasi insuperabile, ma se, dopo infiniti tentativi, ce la facevi, poi eri a posto. La maestra Frare era una signora minuta, leggermente claudicante, con i capelli cotonati come si usava in quegli anni ’60. Prossima alla pensione, pensava soprattutto ad arrivare indenne alla fine della giornata e osservava quella voliera di bimbi bercianti che avrebbe dovuto educare con un certo astio e molta rassegnazione. Poiché faticava a camminare, se ne stava tutto il tempo seduta in cattedra, tenendo sempre pronta vicino a sé una lunga canna di bamb...

Antelao

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  Antelao     Antelao ! Quando mio padre pronunciò questa parola, con sguardo ardente volto verso l’infinito, un brivido corse lungo il metro e dieci del mio corpo mingherlino di bambino. Nel piccolo paese dove abitavamo, per poter avere una vita sociale soddisfacente e il rispetto e la stima della gente dovevi essere obbligatoriamente iscritto al CAI. Così mio padre, uomo di pianura cresciuto tra le sterminate risaie della Lomellina, in quanto direttore della locale banca, dovette fare la tessera a tutta la famiglia per migliorare i rapporti con i clienti e gli imprenditori della zona. Tuttavia, ben presto i miei genitori si entusiasmarono per le gite in montagna e gli armadi di casa si popolarono rapidamente di camice a scacchi di flanella, pantaloni di fustagno, giacche a vento e scarponi pesanti. “ La montanara uè ” era tra le hit musicali della famiglia e i romanzi di Carlo Sgorlon venivano divorati e mandati a memoria. Un poster di Lino Lacedelli e Achil...

Il Pendolare News 9

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  È stata pubblicata sul Venerdì di Repubblica del 20 ottobre 2023 la lettera a Michele Serra del 2 ottobre. (clicca sull'immagine per ingrandire) Se non si riesce a leggere, ecco la risposta di Serra: Poco da aggiungere. Funziona così. una infarinatura tecnologica che nella maggior parte dei casi non aggiunge sostanza, non accorcia i tempi, non facilita le persone. Nemmeno le persone che lavorano negli uffici. Le racconto una piccola cosa: un immigrato con lavoro regolare deve comunque rinnovare il permesso di soggiorno ogni anno. E va bene. Ma ogni anno, a parte la documentazione da riprodurre identica all'anno precedente, deve andare in questura per farsi riprendere le impronte digitali. Ho domandato a un gentile addetto: mi scusi, ma secondo lei gli immigrati, ogni anno, si fanno un trapianto della mano? Ha sorriso desolato e mi ha detto: e che ci possiamo fare? Questa è la regola. Vedi anche la  BIBLIOGRAFIA . Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo n...

Lettera a "La Posta di Michele Serra"

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  Caro Serra, ieri ho preso appuntamento per rinnovare il passaporto utilizzando il portale dedicato della Polizia di Stato . Attraverso una procedura semplice e, come si dice oggi, “user friendly”, ho potuto prenotare velocemente il mio appuntamento: 31 maggio 2024, tra otto mesi. Non sono disponibili date più vicine. Basito, ho fissato il mio appuntamento tra 237 giorni ma il programma, con ammirevole sprezzo del ridicolo e una buona dose di masochismo, mi ha sottoposto un questionario di gradimento nel quale dovevo esprimere il mio grado di soddisfazione per il servizio e suggerire, se l’avessi voluto, cosa secondo me si potesse migliorare. Dato il mio grande rispetto per le istituzioni e per l’encomiabile lavoro svolto, in altri campi, dalla Polizia di Stato, mi sono trattenuto dall’esprimere in modo, diciamo così, diretto, il mio pensiero e ho esposto le mie critiche in modo credo sufficientemente urbano. Ora, il punto è questo: la procedura per la prenotazione di un...

Il Pendolare News 8

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  Dal 17 al 23 maggio 2023 " Mostra Lavori dell'Università degli Adulti di Conegliano ", presso la Sede dell'Università in via A, Carpené, 2 - Conegliano. Tra l'altro, esposizione dei lavori del  Laboratorio di Lettura   - Scrittura Creativa , al quale ho partecipato con i racconti: Breve amore (poesia) Dieci centesimi Ossibuchi di dindio Notte di Natale Fuori dal coro La signora che deve andare a Padova L'Argomedonte Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo nome o anche un nickname. Grazie

Paride Tumburus

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  Paride Tumburus   Quando  Paride Tumburus fece capolino dalla bustina di figurine Panini acquistata con le dieci lire che mi aveva dato mio padre rimasi folgorato. Quel profilo duro da guerriero azteco, quei denti sporgenti da castoro pronti ad azzannare i garretti degli avversari, quella maglia del Bologna, di un rossoblù così diverso dalle solite righe di Juve, Inter, Milan …, quel nome miscuglio di eroe troiano e dio vichingo (quale bambino non avrebbe voluto chiamarsi “Paride Tumburus”?) che evocava tamburi di guerra e soldati schierati sotto il garrire dei loro vessilli, mi fecero capire che finalmente avevo trovato il mio eroe tra i giocatori del Campionato di calcio 1965-1966. Presto Paride divenne la star dei miei personalissimi campionati. Il tappeto in paglia di cocco del salotto diventava il campo di calcio, facilmente delimitabile grazie al suo disegno a scacchiera; quattro ciabatte ai bordi a delimitare i pali delle porte, un bottone di bachelite...

Piccolo Glossario Regionale 7

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  Corso di aggiornamento Termine oscuro usato dai mariti dipendenti regionali per giustificare in modo criptico alle proprie mogli e compagne la loro assenza nei giorni successivi, senza rivelare i veri motivi. Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo nome o anche un nickname. Grazie Visitate e seguite la mia pagina Flickr "Roberto Rognoni",  https://www.flickr.com/photos/roberto57/  . Ogni giorno foto, frasi e citazioni da film di tutti i tempi 😊  

Fuori dal coro

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  Fuori dal coro   Don Enrico piombò come un fulmine nell’aula della nostra seconda media senza bussare, interrompendo la lezione di storia. Salutò frettolosamente l’insegnante di lettere e ci scrutò con i suoi piccoli occhi grigi di rettile. Don Enrico era un giovane pretino minuto tutto nervi, la tonaca una taglia più grande, i capelli alla reparto d’élite militare, la voce roca e stridula, registrata su un perenne falsetto. Per lui il dialogo, il confronto, o anche i semplici convenevoli della normale cortesia tra persone erano solo una perdita di tempo: era un uomo del fare scelto dall’Altissimo per dare una regolata a tutti i cristiani della terra, o almeno a quelli della sua parrocchia. Senza scusarsi con l’anziano professore di lettere né tanto meno chiedere il permesso, cominciò a indottrinarci. La faccenda era questa. Si stava avvicinando la Santa Pasqua e per la messa solenne di quel giorno don Enrico stava allestendo un grande coro che sarebbe stato comp...

Piccolo Glossario Regionale 6

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  Quadro Termine autoreferenziale con cui si definiscono i funzionari regionali utilizzato dalla controparte, durante le contrattazioni sindacali, per nascondere, dietro la palese lusinga, pesanti tagli e ridimensionamenti delle clausole contrattuali. Per favore, quando scrivi un commento, se puoi lascia il tuo nome o anche un nickname. Grazie