Desperate Housewife 3
Camper
Tornando all’auto nel
parcheggio del supermercato con il carrello della spesa, Nicola osservò seccato
il dépliant pubblicitario infilato nel tergicristallo. Con un gesto brusco lo
strappò via guardandosi intorno alla ricerca di un cestino, ma non poté fare a
meno di darci un’occhiata: “HAPPYCAR s.a.s. – Noleggio camper a un passo da
casa tua!”
L’ipotesi di una vacanza
in camper Nicola non l’aveva mai presa in considerazione: si considerava un
guidatore mediocre, con poca resistenza ai viaggi lunghi, impacciato nei
parcheggi, del tutto a digiuno di conoscenze e abilità meccaniche. Per lui la
vacanza era sempre consistita nei quindici giorni sulla riviera adriatica,
hotel a tre stelle con pensione completa (e la domenica le lasagne al forno
della signora Teresa, moglie del titolare), ombrellone garantito di seconda
fila per essere vicino al mare ma nel contempo non prendere le pallonate di
quei maleducati che giocano a calcio sul bagnasciuga.
Nessun cestino dei
rifiuti si palesava nelle vicinanze, e improvvisamente quel foglietto si
trasformò per Nicola nella sua personale madeleine proustiana …
… luglio 1984, terminati
gli esami di maturità, Nicola, Marco e Luca si guardano negli occhi.
Marco e Luca, gli amici
di sempre detti i “due evangelisti” per la loro saggezza e per le loro celebri
massime tratte dai vangeli “Il bar secondo Luca” e “L’osteria secondo Marco”,
propongono:
-
Noleggiamo una roulotte e andiamo in
Olanda. Gli esami sono andati bene e i nostri genitori ci daranno sicuramente
il permesso. Ve la immaginate l’Olanda? Fumo libero, vetrine a luci rosse,
ragazze e patate e maionese: il massimo.
Della cosa poi non se ne
fece più nulla, per vari motivi durante l’estate i tre si dispersero per strade
diverse e ognuno di loro ripeté stancamente le solite vacanze.
Ma oggi poteva essere il
giorno del riscatto.
Nicola arrivò trafelato a
casa e, brandendo il foglietto colorato, annunciò alla famiglia basita:
-
Noleggiamo un camper e andiamo in Olanda!
Mirca, Valeria e Giovanni
si guardarono negli occhi, e Mirca tentò un timido: “E la signora Teresa?”
Ma gli occhi di Nicola
erano troppo ardenti e felici, i tre pensarono subito che quell’uomo mansueto,
che sempre avevano avuto al loro fianco nella buona e nella cattiva sorte, si meritava
quello spicchio di felicità e la realizzazione di quel piccolo sogno
adolescenziale.
I due fratelli si ritirarono
in camera per un breve brainstorming alla fine del quale annunciarono seri il
loro consenso, nascondendo la loro preoccupazione per le giornate di noia in
compagnia dei genitori che avrebbero dovuto trascorrere, Mirca simulò
entusiasmo abbracciando e baciando allegra il suo uomo, che uscì fiero alla
ricerca di HAPPYCAR s.a.s., a un passo da casa sua.
Nicola ritirò il camper
dieci giorni prima della data fissata per la partenza: una MSC Orchestra su
quattro ruote, sfavillante di smalti e cromature.
Alla sera, al ritorno dal
lavoro, si metteva alla guida di quel gioiello e, consigliato e istruito dal
suo amico Ettore, autista della MOM in pensione, si inerpicava sulle stradine
strette e tortuose delle colline circostanti, parcheggiava nei siti più stretti
e ostici, percorreva chilometri sull’autostrada tenendo d’occhio Tir
spregiudicati e Maserati impazienti, studiava con impegno e poco profitto i
vari pezzi di quell’oggetto misterioso che era per lui un motore.
Il giorno della partenza
Nicola si sentiva il capitano di un veliero corsaro pronto a salpare verso
l’avventura. Fece il pieno di gasolio, caricò i bagagli, programmò il
navigatore “se possibile, invertire il senso di marcia”, radunò la sua
perplessa ciurma e solennemente annunciò: “Si parte!”
A dispetto dei timori
dell’equipaggio, il viaggio fu piacevole e interessante. Capitan Nicola aveva
imparato a destreggiarsi tra collegamenti con la rete elettrica dei campeggi e
svuotamenti del wc biologico, guidava con una certa sicurezza e parcheggiava
con apprezzabile precisione. L’intera famiglia era, tutto sommato, soddisfatta
e contenta, ma soprattutto era contenta di vedere la felicità di quell’uomo
ritornato ragazzo.
Rotterdam era bellissima:
il Markthal, i quartieri di Oude Haven e Delfshaven, i musei, le paratoie
idrauliche del Maeslantkering.
Ma a Nicola brillarono
gli occhi all’arrivo ad Amsterdam: va bene i canali e la casa di Anna Frank, ma
passeggiando per il quartiere a luci rosse mandò un pensiero commosso ai due
evangelisti e alle mancate avventure che avrebbero dovuto combinare in quel
mitico luogo: per un attimo risentì gli ormoni dei suoi diciott’anni riprendere
a scalpitare, in un piccolo vortice di testosterone. Mirca capì il suo felice straniamento
e, con quell’intelligenza che solo le donne hanno, fece finta di niente
nascondendo un sorriso.
All’inizio del viaggio di
ritorno, decisero di visitare l’Aia, e cominciarono a scendere verso sud.
Alle porte della città,
il muso lungo della Ford Fiesta fece capolino dalla stradina laterale, e la MSC
lo centrò in pieno.
Fortunatamente nessuno si
fece male, Nicola cominciò a discutere in un gramelot inesistente in natura con
il civilissimo guidatore della Ford, mentre osservava desolato il muso del suo
camper irrimediabilmente ammaccato.
Le lacrime lo stavano per
sopraffare, ma pronto intervenne il primo mozzo Giovanni che, cingendo la vita
del suo capitano e dopo avergli dato il cinque, bofonchiò ridendo:
- Papà, dovevamo saperlo: “Non menare il camper l’Aia!”.
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Scusa Ulisse, per sbaglio ho eliminato il tuo commento, comunque il giorno che mi vedrai alla guida di un camper sarà il giorno di Armageddon.
RispondiEliminaDivertente!!!!
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