Egregio sig. Direttore dell’Ufficio Postale

 







Egregio sig. Direttore dell’Ufficio Postale

In data 12 settembre u.s., veniva restituita al mittente una raccomandata  A.R. spedita il 7 settembre dai miei suoceri dall’Ufficio Postale di Conegliano a un indirizzo della stessa città, in quanto la destinataria risulta “sconosciuta”, come da allegata fotocopia.

In realtà, la destinataria vive felicemente all’indirizzo indicato da svariati anni, e non ho mai avuto con essa alcun problema nel recapito della corrispondenza.

Ho quindi chiesto spiegazioni al Suo ufficio, e mi è stato comunicato che la lettera non è stata consegnata in quanto mancava il nome sul campanello della destinataria, e i portalettere di nuova assunzione non conoscono le persone e non sono tenuti a informarsi.

Ora, non dico l’impegnativa “normale diligenza”, categoria che evidentemente è sconosciuta alle nuove leve di portalettere informatizzati e multimediali assunti dalle Poste Italiane, ma il più nostrano “buon senso” avrebbe indotto chiunque a risolvere il problema con una breve richiesta di informazione a un condomino qualsiasi.

Avendole fatta notare questa circostanza, l’impiegata postale interpellata mi informava solennemente che era in fase di elaborazione una circolare che norma tutta la faccenda, e che ribadisce l’impossibilità di recapitare la corrispondenza (n.b.: raccomandata), qualora si verifichi il tragico e irrimediabile evento in oggetto.

La notizia mi ha vieppiù sconcertato in quanto ho capito che il disservizio non è imputabile alla superficialità e all’indolenza di un singolo portalettere svogliato, ma a una istituzionalizzata sciatteria dell’Azienda presentata oltretutto con evidente fierezza.

Osservo di passaggio che il mancato recapito di una lettera raccomandata (da Conegliano a Conegliano) per i motivi suesposti è comprensibile forse in una giovane repubblica transcaucasica, o in uno Stato africano fresco di indipendenza, ma non certo nell’opulento ed  efficiente Nord-Est della Repubblica Italiana.

Egregio Direttore, Le scrivo la presente confidando che Ella abbia ben esposto sulla porta del Suo Ufficio il Suo Nome e qualifica altrimenti i suoi solerti portalettere, in ottemperanza della già citata circolare, la riterranno destinatario sconosciuto e mi rimanderanno indietro la missiva, nulla potendo contro l’inestricabile giungla toponomastica della tentacolare e misteriosa metropoli coneglianese.

 

Senza nulla pretendere, cordialmente.


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