Paride Tumburus

Paride Tumburus Quando Paride Tumburus fece capolino dalla bustina di figurine Panini acquistata con le dieci lire che mi aveva dato mio padre rimasi folgorato. Quel profilo duro da guerriero azteco, quei denti sporgenti da castoro pronti ad azzannare i garretti degli avversari, quella maglia del Bologna, di un rossoblù così diverso dalle solite righe di Juve, Inter, Milan …, quel nome miscuglio di eroe troiano e dio vichingo (quale bambino non avrebbe voluto chiamarsi “Paride Tumburus”?) che evocava tamburi di guerra e soldati schierati sotto il garrire dei loro vessilli, mi fecero capire che finalmente avevo trovato il mio eroe tra i giocatori del Campionato di calcio 1965-1966. Presto Paride divenne la star dei miei personalissimi campionati. Il tappeto in paglia di cocco del salotto diventava il campo di calcio, facilmente delimitabile grazie al suo disegno a scacchiera; quattro ciabatte ai bordi a delimitare i pali delle porte, un bottone di bachelite...